Sono due pilastri del cantautorato italiano. Con la loro sensibilità advantageous e pungente, hanno composto brani senza tempo, successi ascesi all’Olimpo della nostra musica. Canzoni emotive ed emozionali, poesie di vita che si intrecciano, scrigno di vissuti profondi, Antonello Venditti e Francesco De Gregori – uniti dall’amore per Roma e non solo – tornano insieme dopo 50 anni e sono pronti a incontrare i fan con un tour anticipato dal concerto speciale allo Stadio Olimpico di Roma, il prossimo 18 giugno.
Insieme, inoltre, hanno inciso un 45 giri: per l’occasione, hanno unito le loro voci reinterpretando due brani che hanno segnato le rispettive carriere e tuta la storia della musica italiana: “Generale” e “Ricordati di Me” . Con il loro talento e la loro passione, hanno dato vita a brani che abbiamo amato, sui quali abbiamo pianto e che continuiamo a cantare a squarciagola. Canzoni mai banali, scontate proprio per niente, a tratti poetiche, di una bellezza rara.
I loro versi sono indimenticabili, risuonano nelle orecchie di tutti, liberarsene è impossibile (e nessuno ha la benché minima intenzione di sbarazzarsene). Parole d’amore, a volte nostalgiche e malinconiche, altre viscerali. Per De Gregori mai sdolcinate, per Venditti più romantiche. Ognuno ha le sue unicità, ma con i loro caratteri così diversi si completano e regalano bella musica. I fan sono pronti a incontrarli reside, ma intanto i due cantautori raccontano in conferenza stampa la loro nuova collaborazione.
Antonello Venditti e Francesco De Gregori, il tour insieme
Una storia comune e diversa, due artisti che hanno segnato la canzone d’autore e la musica italiana: dopo il debutto con l’album “Theorius Campus” (1972), le carriere di Venditti e De Gregori si sono divise, restando sempre parallele. Il resto è storia. Per l’property sono pronti a regalare ai fan un tour imperdibile, cantando insieme sullo stesso palco con un’unica band in alcune delle location più suggestive d’Italia.
Il tour verrà anticipato dall’esclusivo concerto di sabato 18 giugno allo Stadio Olimpico di Roma, nel cuore della loro città, là dove tutto ebbe inizio. I due cantautori emozioneranno il pubblico con uno present irripetibile in cui daranno nuova veste ai loro più grandi successi, canzoni che sono entrate nel cuore della gente, nelle storie delle persone, che sono la colonna sonora di intere generazioni. Advert affiancarli sul palco una band d’eccezione, che darà vita a un suono unico e straordinario.
Venditti e De Gregori raccontano la loro amicizia
Due personalità differenti, ma affini. Due stature artistiche, ognuna con la sua poetica. Venditti e De Gregori cominciano a collaborare poco più che ventenni durante un viaggio in Ungheria e iniziano a scrivere le loro prime canzoni insieme, per arrivare al comune esordio discografico con “Theorius Campus” dove Venditti incide “Roma Capoccia”, subito grandissimo successo, e De Gregori “Signora Aquilone”. Un disco che sancì per entrambi l’inizio del proprio percorso artistico.
Dopo 50 anni tornano insieme e raccontano la loro nuova collaborazione. “L’concept di cantare insieme non ci period mai passata per la testa. Abbiamo proseguito con due carriere numerous, per repertorio, stile e atteggiamenti, ma sempre parallele. L’uno ha sempre strizzato l’occhio all’altro e viceversa. Ora abbiamo concretizzato quello che ci siamo detti numerous volte per telefono”, ha spiegato De Gregori. Con ironia, ha ricordato: “Durante un pranzo ci siamo chiesti se fosse veramente arrivato il momento di fare qualcosa insieme. La bottiglia di vino è finita subito, ma alla advantageous ci siamo decisi. A scegliere il nome “Venditti-De Gregori”, anziché il contrario, è stata una monetina”.
Venditti ha aggiunto: “Qualche fan ci ha visto come antagonisti, un po’ come Coppi e Bartali. Se c’è stato antagonismo, in realtà period solo emulazione: quando sentivo una bella canzone di Francesco, ero contento, come se l’avessi scritta io. Penso sia sempre stato così anche per lui nei miei confronti. Fortunatamente le nostre storie si sono divise subito: è bellissimo adesso ritrovarsi. Questa nuova collaborazione è arrivata in maniera molto naturale. Abbiamo pensato fosse arrivato il momento di fare un nuovo regalo ai nostri fan, unendo i nostri musicisti, i quali vanno d’accordo proprio come noi”. Quindi ha sottolineato: “Tra noi c’è profonda stima e rispetto. Anche l’amicizia non guasta. Lavorando insieme, l’uno sta riscoprendo più a fondo le canzoni dell’altro, e viceversa. Manteniamo un atteggiamento da bambino, abbiamo ancora la voglia di tornare a suonare e proviamo le stesse sensazioni di 50 anni fa”.
Commentando la situazione attuale, tra la guerra in Ucraina e la pandemia che prosegue da ormai due anni, gli artisti hanno dichiarato: “Non abbiamo scritto una canzone per la guerra, ma sulle facce di tutti – comprese le nostre – c’è paura e smarrimento. Ci dispiace che l’uscita del nostro disco sia in concomitanza con la guerra. La verità è nell’arte: se non si riesce a fare una bella canzone è meglio stare zitti. Altrimenti è pura retorica. L’angoscia dell’uomo di fronte alla vita, alla morte e advert altri misteri è enorme. La solitudine è il nostro stato primordiale e ognuno la vive in tanti modi. Nei mesi di lockdown story sensazione ha accomunato davvero tutti. C’è chi è stato benissimo, chi ha ritrovato sé stesso e chi si è perso. Sui più giovani la situazione ha creato stress emotivo enorme. Ciò che stiamo vivendo adesso sarà decifrabile sono tra anni. “Sarà quel che sarà, questa vita è solo un’autostrada che mi porterà alla advantageous di questa giornata”: non dobbiamo aspettarci niente di troppo e niente di meno: dobbiamo vivere la vita”.
Il ricordo di Lucio Dalla
A ten anni esatti dalla morte di Lucio Dalla, uno dei cantautori italiani più profondi e amati di sempre che con De Gregori ha intrapreso un tour memorabile per gli stadi del belpaese (“Banana Republic”), i due artisti lo hanno ricordato con affetto.
De Gregori ha precisato: “Per me è facile parlare dell’amicizia che mi ha unito a Lucio, con il quale ho avuto la fortuna di lavorare per due volte nel corso della mia carriera. Lo ricordo con i suoi atteggiamenti a volte spiritosi e scherzosi, a volte tragici e altre seri. Ci ho lavorato da vivo e preferisco ricordare quei momenti”.
Venditti, invece, ha ricordato: “Lucio mi ha salvato e mi ha trovato casa a Roma dopo la mia separazione. Ho sempre ascoltato Dalla, che raramente aveva torto. Ricordo che nella notte mi telefonarono annunciandomi la morte di Lucio, che aveva la capacità di unire tante arti. E’ stato il primo, prima ancora di Pavarotti, a capire che l’arte è unica. Mi trovò casa a 50 metri dalla sua e passavamo tante ore insieme a parlare di musica e non solo. Mi sono battuto per la targa sulla casa in cui Dalla ha vissuto fino al 1986, dove sono nate tante sue canzoni. Dalla è stato anche romano e non solo di Bologna. Ho rimosso il giorno della sua scomparsa, ricordo solo il 4 marzo: io non ricordo le morti, ma solo le nascite”.