Anna Safroncik racconta la guerra nella sua Ucraina 

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La testimonianza di Anna Safroncik sulla sua Ucraina

“Abbiamo bisogno di umanità, che riparta dai valori che ci uniscono e non potrà mai passare dagli orrori e dal sacrificio degli innocenti”. E ancora, questo con una lunga serie di storie Instagram: “Il mio Paese è sotto attacco, in questo istante mio padre è a Kiev.

Le notizie che mi dà sono sconcertanti”. Anna è nata in Ucraina a Kiev, lì ha vissuto fino all’età di 12 anni quando si è trasferita in Italia. Scrive Anna del padre: “Non sono riuscita a portarlo by way of purtroppo, mio padre è molto attaccato al suo paese e alla sua cultura. Non c’è stato verso di trasferirlo in Italia, ci ho provato con tutte le forze”.

Kiev deserta ed appelli della televisione nazionale

E ancora: “La città è deserta, i bancomat non fanno ritirare più di 100 euro al giorno. I benzinai sono stracolmi. Stracolmi anche i supermercati di gente che cerca di fare provviste. Il panico è dilagato”. Poi il racconto social di Anna si fa più diretto: “Ci sono file per cercare di lasciare la città. Pare che gli aeroporti siano stati bombardati. In televisione chiedono di non uscire e ‘non stare in mezzo alle scatole’,questo il termine usato, proprio perché c’è una situazione di guerra.

Chi è riuscito a fuggire è ancora al confine”.