Come cambierà il palinsesto Rai dopo le dimissioni di Carlo Fuortes?

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Il dopo Carlo Fuortes, qualsiasi sia l’assetto che si determinerà in Rai, non sarà una passeggiata. Le dimissioni consegnate all’azionista, ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dovranno essere presentate alla presidente del Consiglio di amministrazione, Marinella Soldi senza necessariamente essere comunicate ai restanti consiglieri in un’apposita riunione.

Sarà il ministero dell’Economia a dover reintegrare il cda, indicando un nuovo nome che poi il board ratificherà comenuovo advert. Sarà quest’ultimo a scegliere eventualmente il nuovo direttore generale.

Queste le tappe. Quanto ai nomi, non dovrebbero esserci sorprese: advert sarà Roberto Sergio, attuale direttore di Radio Rai, mentre dg dovrebbe essere Gianpaolo Rossi, già supervisor Rai e ex consigliere di amministrazione. Proprio questo precedente avrebbe impedito a Rossi di puntare da subito alla poltrona principale. Dovendo invece aspettare un giro, Rossi approderebbe al ruolo di advert solo alla scadenza di questo consiglio, venendo investito della gestione del prossimo triennio.

Una staffetta che è facile da descriversi ma non sarà scontato che venga realizzata. Sergio è un supervisor interno molto forte e non si farà mettere in ombra dal carismatico Rossi. Nè va dimenticato che Marinella Soldi resta presidente ed è anche lei una supervisor televisiva di tutto rispetto che poco ha potuto farsi spazio nel biennio di Fuortes.

La triarchia sarà subito messa a dura prova dalla tornata di nomine che si profila e che vede interessate le direzioni di genere, che sono quelle che devono definire al più presto i palinsesti autunnali (e quindi le conduzioni dei prossimi programmi) e le direzioni delle testate giornalistiche. I prossimi assetti sono da settimane oggetto di trattativa politica e il quadro completo ancora non c’è. Quel che è certo è che la Lega ambisce a forti compensazioni per l’arrivo ai vertici di uomini fidati di Giorgia Meloni. E che Forza Italia non è da meno, visto che ha già schierato in campo Gianni Letta.

 Alla guida della testata ammiraglia si profila l’arrivo di Gian Marco Chiocci, voluto da Meloni. Monica Maggioni sembra destinata alla guida del Coordinamento editoriale e alla conduzione di un programma politico. Il Tg2 in questo caso non potrà restare sotto la guida di un altro meloniano, Nicola Rao, che potrebbe succedere a Antonio Di Bella agli Approfondimenti, il regno dei discuss present politici.

In questo modo al Tg2 potrebbe arrivare Antonio Preziosi, quota Forza Italia, lasciando Rai Parlamento, forse a Carboni. La Lega non mollerà la direzione delle testate regionali oltre che la radio, cosi come Rai Information potrebbe restare a FdI. Mario Orfeo sarebbe stabile al Tg3. Quanto alla direzione dell’Intrattenimento, Stefano Coletta dovrebbe lasciarla a Marcello Ciannamea, in quota Lega. Mentre al Day Time approderebbe il meloniano Angelo Mellone.

Di Fabio Fazio e della sua trasmissione si parlerà nel prossimo cda, ma dalle parole del conduttore, domenica scorsa in diretta, traspariva un’aria di profondo distacco. Per lui si profilerebbe un programma su Nove.

Advert Agorà, sempre Rai3, dovrebbe invece arrivare dal Tg2 Manuela Moreno, mentre a Uno Mattina tornerebbe il salviniano Roberto Poletti. Tra i conduttori che sembrano avviati a nuovi programmi ci sono Laura Tecce, Monica Setta (alle 14 al posto di Serena Bortone, ndr), Annalisa Bruchi, Pino Insegno (al posto di Flavio Insinna a L’Eredità, ndr), Nunzia De Girolamo, con qualche innesto a sorpresa dall’esterno: si parla di Nicola Porro.

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