Negli scorsi mesi l’Associazione Amleta ha raccolto sotto l’hashtag #apriamolestanzediBarbablù una serie di denunce di molestie advert attrici da parte di attori, registi e produttori. A parlarne, tra le altre, Pamela Villoresi, Chiara Claudi, Beatrice Fazi. E ancora: Roberta Lena, Antonella Marino, Jasmine Trinca. Oggi l’attore e regista Luca Barbareschi in un’intervista a la Repubblica l’ha sparata davvero grossa: “Le attrici che denunciano molestie cercano pubblicità”. Inoltre, il regista ha rivelato, parlando del personaggio che interpreterà nel nuovo movie The Penitent, di essere stato omosessuale nella sua vita: “I miei figli cresciuti nelle università americane non hanno più senso dell’umorismo. Se dico ‘guarda che mignottone’ rispondono ‘no, papà, è una ragazza che soffre’”. Parole forti, che di certo non passeranno inosservate.
Luca Barbareschi molestie shock: “Andrebbero denunciate loro”
Tornando alle molestie, Barbareschi si è scagliato contro le attrici che denunciano molestie, dicendo: “A me viene da ridere, perché alcune di queste non sono state molestate, o sono state approcciate malamente ma in maniera blanda, non cose brutte. Alcune di queste andrebbero denunciate per come si sono presentate”. Il regista ha dichiarato inoltre: “Non ho avuto mai bisogno di fare trucchi per scopare, una cosa del genere non è il mio stile”. Dunque avrebbe risposto: “Amore, chiudi le gambe, ho visto che hai le mutande, o che non le hai, interessante, ma ora parliamo di lavoro” a coloro che si sarebbero presentate mandando chiari messaggi extra-lavorativi. Pare che il tema, tra l’altro, tocchi nel profondo Luca Barbareschi, che ha confidato, sempre durante la stessa intervista: “Io sono stato un bambino molestato, mi hanno abusato dagli otto agli undici anni i preti gesuiti a Milano: mi chiudevano in una stanza, uno mi teneva fermo e l’altro mi violentava. Ho fatto una legge su questa cosa qui”.
Luca Barbareschi figli: “Quello che avviene è un disastro”
Luca Barbareschi non va troppo d’accordo con i figli. Dalle parole del regista, sembrerebbe che, soprattutto la figlia di dodici anni, che è andata alle scuole francesi, sia politicamente corretta: “Io mi incazzo ma manteniamo il senso dell’umorismo. Sono aperto e tollerante, senza pregiudizi, ma quello che avviene è un disastro, perché è una semplificazione”. Poi ha concluso: “Ci sono centoventi gender che litigano tra loro. Siamo andati nella follia, ci sarà una reazione tra qualche anno e torneremo peggio di prima. Purtroppo, queste sono minoranze. Lo abbiamo visto nelle fiction: mettere per forza trans e lesbiche è un finto problema, non è generalizzato e nella narrazione non funziona”.
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