L’attrice Nancy Brilli ha raccontato a Silvia Toffanin durante la puntata di Verissimo di domenica, di aver sofferto molto. La sua sofferenza negli anni l’ha portata a causarsi del dolore fisico per espiare quello emotivo. L’attrice ha raccontato di essere rimasta orfana di madre all’età di dieci anni e di ricordarsi davvero poco di lei. Nancy, in seguito alla perdita della madre, è stata cresciuta dalla nonna con cui non aveva un buon rapporto. La mancanza di affetto da parte della famiglia l’ha portata all’autolesionismo.
Silvia Toffanin ha esordito chiedendo all’attrice: “Tu sei arrivata a farti del male, vero?“. Nancy, prontamente, ha risposto: “Sì. Non è bello da evocare, però per un lungo periodo della mia vita sono stata autolesionista ed è una cosa che ho riconosciuto molto tardi. Poi ho capito che cos’period con l’analisi e con tante letture, conoscendo fortunatamente persone intelligenti che me l’hanno spiegato. Non potendo in nessun modo decidere da che parte andare, controllare le mie emozioni e la mia sofferenza, la proiettavo su questo.”
Nancy ha continuato: “Spostavo la sofferenza su qualcosa che potevo gestire io. Potendo gestire io il dolore e la sofferenza, mi sembrava tutto più facile. Una persona che si fa del male non sente dolore dopo un po’. Siccome ci sono tanti ragazzi che purtroppo che praticano l’autolesionismo e lo sottovalutano, mi sento proprio di dire di cercare qualcuno. Ci sono tante possibilità e persone che stanno a sentire. Anche quando ti sembra di essere solo, uno lo trovi. Non deve essere un tuo “amichetto del cuore” che ti dà ragione e basta. Io sono stata trattata in famiglia come quella strana che voleva mettersi al centro dell’attenzione. Non è così, è una cosa completamente diversa: è una necessità di gestire il dolore, altrimenti vieni sopraffatto.”
Nancy Brilli Verissimo: “Dovrebbero insegnarlo nelle scuole, fare delle lezioni”
L’attrice di Papà prende moglie ha concluso parlando dell’educazione alla salute mentale nelle scuole: “Dovrebbero insegnarlo nelle scuole, fare delle lezioni. C’è lo psicologo della scuola, ma magari il ragazzo non ci va. Dovrebbe essere il contrario: andare a raccontare che cosa potrebbe essere questo tipo di sofferenza, perché è molto diffusa. Mi ha aiutato tanto una signora che ho scoperto dopo essere una psicologa che mi ha dato dei libri da leggere. [mi ha aiutato] Una mia amica suora e tanto, tanto le letture.” Silvia, al proposito, le ha chiesto se le è mai ricapitato di ricaderci. Nancy ha risposto di sì, Però, ha ammesso di essere sempre riuscita prima a gestirlo e poi eliminarlo. Parlare di salute mentale è estremamente importante al giorno d’oggi e farlo con la schiettezza e la sincerità di Nancy potrebbe davvero aiutare le nuove generazioni.